Quando si parte per le vacanze, per un viaggio di lavoro, o ci si trasferisce in un’altra città, portiamo sempre con noi lo stretto necessario. E come potremmo farne a meno? Ora, immaginate quanto sarebbe scomoda la vita senza accessori così importanti come le valigie e le borse da viaggio. Eppure, ci sono stati dei tempi nella storia dell’umanità in cui la vita era così. Il primo prototipo di valigia fu il baule, comparso per la prima volta durante il periodo classico nell’Antico Egitto circa 3,5 mila anni fa. Si trattava di una cassa di legno, decorata con rilievi ornamentali e dipinti, con un coperchio removibile e grossi lucchetti.
Gli antichi Greci utilizzavano delle casse simili per riporre i loro vestiti. Nella vita di tutti i giorni avevano anche delle cassette di sicurezza portatili fatte di legno o bronzo con disegni in rilievo, per il trasporto e conservazione di gioielli, monete e cimeli di famiglia. Questi scrigni erano come una specie di moderna borsa da viaggio con lucchetto. I popoli antichi consideravano una cassa come qualcosa di sacro, che conservava le storie e i segreti di famiglia. Non c’è da meravigliarsi che questa sia spesso menzionata nelle leggende e nei miti. Ad esempio, nell’antica storia Greca di Pandora - la prima donna creata per volere di Zeus – ci narra di una scatola proibita che questa ragazza curiosa aprì, facendo uscire e disperdere per il mondo disgrazie e disastri.
Durante il Medioevo questo tipo di cassette comparvero sotto forma di bauli-cassetta, dove al di sopra del coperchio principale c’era un altro coperchio più piccolo, dove venivano riposti gli oggetti più preziosi.
In alternativa vi era lo scrigno poggiatesta, una piccola cassetta per le monete con un coperchio inclinato. Si trattava di un accessorio irrinunciabile durante i viaggi dei mercanti medievali, poiché conteneva oggetti di valori e veniva posta sotto la testa per riposare.
Un fatto interessante:
Il Baule da viaggio è menzionato nella famosa canzone dei pirati “Quindici uomini sul Baule del morto, yo ho ho e una bottiglia di rhum” che ricordiamo dal libro “L’isola del Tesoro” di Stevenson. In questo romanzo per i pirati la cassa non è solo un bagaglio, ma anche simbolo di viaggi pericolosi, segreti e misteri. In casse sepolte in un’isola deserta il pirata Flint nascose i suoi tesori, alla ricerca dei quali partono gli eroi del libro.
L’evoluzione del baule. O come il baule diventò una valigia
Il primo prototipo della valigia apparve a metà del XIX secolo. La sua storia cominciò nel 1837, quando Louis Vuitton – giovane ragazzo di sedici anni figlio di un falegname – arrivò a Parigi e divenne l’allievo del maestro Marechal, che fabbricava bauli da viaggio e cappelliere.
Il giovane apprendista con un grande talentò imparò presto la tecnica di realizzazione dei bauli da viaggio. Dopo aver lavorato con Marechal per parecchio tempo e aver acquisito una solida esperienza e conoscenze, Louis Vuitton decise di dare il via ad un’attività in proprio. Nel 1854 aprì a Parigi il suo primo laboratorio, situato in Rue Veuve de Capucines, che chiamò “Louis Vuitton: Malletier a Pari”. Grazie all’uso dei materiali migliori e alla qualità delle finiture, i bauli di Vuitton divennero famosi tra l’élite francese e qualche tempo dopo egli divenne il confezionatore privato dell’imperatrice Eugenia (moglie dell’imperatore Napoleone III).
Nel 1858 Louis Vuitton creò il suo primo capolavoro rivoluzionario – una cassa piatta che aveva in tutto le sembianze di una moderna valigia dei giorni nostri. Questa fu chiamata “Trianon”.
La cassa era estremamente leggera, dotata di chiusura ermetica e ricoperta di un tessuto impermeabile, e per la prima volta presentava un’apertura sul fianco. Fino a quel momento i bauli avevano un coperchio arrotondato e quindi era impossibile impilarli uno sopra l’altro durante il trasporto.
Naturalmente il primo prototipo era ancora lontano da una comoda e multifunzionale valigia come quelle che usiamo oggi. Ad esempio, questo baule aveva dei manici laterali, e per portarlo servivano due facchini. Una persona comune non si poteva permettere questo tipo di lusso!
A metà del XIX secolo, quando la rapida costruzione delle ferrovie negli Stati Uniti rese possibile viaggiare anche per le persone di umili condizioni, sorse la necessità di inventare qualcosa per permettere a una singola persona di trasportare il proprio bagaglio. Fu in questo periodo che comparve la prima valigia (chiamata “sacca da viaggio”, dal francese Sac Voyage), che era una borsa capiente a forma di sacca con manico singolo o doppio. Le prime sacche da viaggio erano realizzate con vecchi tappeti, da cui deriva il nome “Carpet Bag”, ovvero “Borsa di tappeti”.
A differenza di un ingombrante baule, questa borsa era comoda e leggera, ma aveva un difetto, si usurava troppo velocemente. Pertanto in seguito i fabbricanti cominciarono ad utilizzare la pelle, che era un materiale più resistente e faceva durare di più la borsa. Gradualmente le persone ricche iniziarono così ad utilizzare anche sacche da viaggio in pelle: questo era un oggetto per trasportare non solo gli effetti personali, ma anche il denaro. Per maggiore sicurezza le sacche da viaggio furono quindi dotate di lucchetti.
Un fatto interessante:
Nel romanzo “Il Giro del Mondo in 80 Giorni”, scritto nel 1873, Jules Verne menziona la sacca da viaggio, che il protagonista Phileas Fogg il suo servitore portano con sé durante il loro viaggio.
“Niente valigie. Basta un sacco da viaggio. Dentro, due camicie di lana e tre paia di calze per me; altrettanto per voi. Compreremo strada facendo. Prendete il mio impermeabile e la mia coperta. Provvedetevi di buone scarpe. Del resto, cammineremo poco o niente. Fate presto!”. Il signor Fogg prese il sacco dalle mani di Passepartout, l’aprì e vi cacciò dentro un mazzo considerevole di banconote della Bank of England,che sarebbero andate bene ovunque fosse andato.
“Prendi questa sacca! – consegnandola a Passepartout – Abbine cura, poiché dentro ci sono ventimila sterline”.
Gradualmente, tra la fine del Dicianovvesimo e l’inizio del Ventesimo secolo, quando la gente cominciò a emigrare in grandi quantità da un continente all’altro, comparve una versione combinata tra una sacca e una scatola da viaggio: una piccola valigia con pareti rigide e un solo manico per trasportarla.
Le valigie nel catalogo United watch catalogue, 1911
Nel 1910 con la fondazione dell’azienda americana Schwayder Brothers, da parte dell’imprenditore Jesse Schweider, iniziò l’era della valigia economica con dettagli innovativi.
La pubblicità di valigia Shwayder Brothers
Negli anni ’30 l’azienda creò la valigia detta “Samson”, con un telaio in legno, manico resistente, rifiniture in tessuto e serrature sicure.
Nel 1941 uscì il modello “Streamlite”, con una struttura in legno, coperto con uno speciale rivestimento in fibra vulcanizzata. Successivamente l’azienda cambiò nome in “Samsonite” e tutti i suoi prodotti furono fabbricati con lo stesso marchio, che è famoso ancora oggi.
Un fatto interessante:
Giunto in un hotel di Londra,lo scrittore e giornalista americano Mark Twain vide una nota sul registro degli ospiti: “Lord L. con un cameriere”. Twain, che aveva un modo di pensare e un senso dell’umorismo molto originali, scrisse a sua volta sul registro: “Mark Twain con una valigia”.
La valigia "Libbreria" di Ernest Hemingway (1923)
Valigia-guardaroba Mrs. Donahue (1936)
Come una valigia ebbe le ruote
Nel 1972, l’impiegato della “United States Luggage” Bernard David Sadow e sua moglie stavano tornando da una vacanza sull’isola di Aruba, e riuscivano a malapena a trasportare due pesanti valigie al punto di controllo doganale di Porto Rico. David Sadow in quel momento ebbe inaspettatamente un’idea su come creare una valigia su ruote… Dopo essere tornato a casa, ne montò il prototipo, attaccando quattro ruote sul fondo di una valigia e allungando una cinghia attraverso il manico. Nonostante questa fosse un’idea brillante, i produttori di bagagli non l’accettarono. Bernard David Sadow spese così molti sforzi ed energia nel vano tentativo di iniziare a produrre la sua nuova invenzione, finché non ricevette una risposta positiva dalla Macy’s Company.
Una valigia su rotelle con manico retrattile
Il trolley ebbe le sembianze che noi tutti conosciamo solo alla fine degli anni ’80, quando il pilota della compagnia americana Northwest Airlines Robert Plath provò a facilitare il trasporto del bagaglio durante i suoi voli, così attaccò due piccole rotelle alla sua valigia e cucì una tasca sul lato che nascondeva una maniglia di metallo retrattile. Nel 1989 Robert Path registrò il brevetto per “la valigia su rotelle con manico retrattile”. La sua invenzione fu chiamata “Rollaboard”. Nello stesso anno l’ormai ex pilota fondò la sua azienda, chiamata Travelpro. La richiesta per questo nuovo pratico prodotto era incredibilmente alta. Solo nel suo primo anno di esistenza l’azienda realizzò un utile di 1,5 milioni di dollari, e dopo dieci anni queste ammontarono a 50 milioni di dollari all’anno.
Aspetto e stile dei moderni trolley, bauli, valigie e i marchi italiani
L’Italia è famosa per i suoi artisti e stilisti. Uno dei produttori più famosi specializzati in valigie e borse da viaggio alla moda e high-tech, è l’azienda italiana Bric’s. I prodotti di questo marchio sono noti per la loro eleganza e l’alta qualità delle finiture e dei materiali impiegati.
Una delle ultime novità presentate da Bric’s è la collezione Bellagio. Questa linea di trolley è realizzata in resistente policarbonato Makrolon® high-tech e rivestita con vera pelle toscana.
Queste valigie hanno un doppio lucchetto: si chiudono sia a chiave che con la combinazione, che è dotata di funzione TSA (è una serratura che, se necessario, consente l’ispezione doganale del bagaglio senza ostacoli da parte del servizio di sicurezza del Transportation Security Administration, che ha una speciale chiave universale per questo tipo di lucchetto).
Questi trolley hanno una chiusura a cerniera circolare. Inoltre sono dotate di quattro rotelle, elaborate con tecnologia giapponese, che possono facilmente ruotare a 360° in tutte le direzioni. Le ruote hanno un’ottima scorrevolezza, non scivolano e garantiscono la massima silenziosità e comodità di trasporto grazie allo speciale rivestimento in gomma.
Ma non è finita! Oggi le valigie moderne contengono dei dispositivi per ricaricare i telefoni cellulari e altri apparecchi, grazie alla porta USB integrata sul lato esterno, che si attacca ad un caricabatteria Power Bank posto all’interno del trolley.
Una valigia veramente magica, insomma!
Per gli amanti degli oggetti rétro e vintage, l’azienda italiana The Bridge ha creato una speciale linea di accessori chiamata “The Bridge Story”, che riprende lo stile del XIX secolo e dell’inizio del XX: una sacca da viaggio in pelle, una valigia classica con cinghie, una valigia con struttura in legno rivestita di pelle in stile anni ’30, un esclusivo porta sigari, una valigetta da dottore, una cappelliera, una valigia-guardaroba, un baule da viaggio.
In tutti questi accessori da viaggio The Bridge ha trovato la perfetta combinazione tra design vintage e materiali all’avanguardia. Il classico è eterno e unico allo stesso tempo. Con gli accessori The Bridge torniamo dove tutto ebbe inizio!